
Nel mondo del marketing, la confusione regna sovrana. Definizioni contrastanti, modelli teorici sovrapposti, guru auto-proclamati e strategie tanto sofisticate quanto spesso inefficaci. Eppure, dietro questo intricato labirinto concettuale, esiste una verità tanto semplice quanto potente: il marketing è tutto ciò che fai per vendere.
Una frase che, a prima vista, potrebbe sembrare brutale, riduttiva o persino fastidiosa per qualche purista della disciplina. Ma se spogliamo il marketing dalle sue sovrastrutture accademiche e lo osserviamo nella sua applicazione quotidiana, questa definizione si rivela più attuale e concreta che mai.
Oltre le definizioni: il marketing come pratica quotidiana
Le definizioni autorevoli non mancano. Kotler, Drucker, Godin, Clancy… Tutti hanno contribuito a costruire l’architettura teorica del marketing moderno. Ma in quanti, tra chi lavora nelle piccole e medie imprese italiane, ricordano davvero quelle definizioni? Quanti riescono a tradurle in azioni concrete?
Il problema non è la teoria. Il problema è quando la teoria si allontana troppo dalla realtà. Perché il marketing, nella sua essenza più pura, è fatto di scelte, gesti, relazioni. È Marta, che decide il prezzo del nuovo piatto nel suo ristorante. È Cesare, che saluta i clienti con il sorriso al mercato e posta un video su Instagram con le pesche appena arrivate.
È azione. È relazione. È vendita.
Marketing “de strada”: quando i dati incontrano le persone
Nell’epoca in cui il marketing è dominato da dashboard, KPI e intelligenze artificiali generative, può sembrare anacronistico parlare di “banco di frutta” o di “negozio di quartiere”. Eppure, proprio in quei contesti si respira il marketing nella sua forma più autentica.
Cesare, il fruttivendolo di Campo de’ Fiori, non ha mai letto Kotler. Non conosce le 5A, eppure le applica ogni giorno:
- Attira l’attenzione (Awareness) con la voce e i colori.
- Crea interesse (Appeal) esponendo i prodotti migliori.
- Risponde alle domande (Ask), consiglia, racconta.
- Coinvolge (Act) con assaggi gratuiti.
- Invita al passaparola (Advocate) con simpatia e qualità.
È un esempio perfetto di come la pratica possa precedere la teoria, e di come l’intuizione, se supportata dai dati e dalla tecnologia, possa diventare una leva potente per la crescita.
L’intelligenza artificiale al servizio del pragmatismo
Oggi il marketing ha un alleato straordinario: l’intelligenza artificiale. Ma attenzione: non si tratta di sostituire l’intuito umano con un algoritmo, quanto piuttosto di metterlo al servizio delle persone.
L’AI, se ben integrata nei processi aziendali, consente di:
- Ascoltare davvero il mercato attraverso il social listening e la sentiment analysis.
- Anticipare i bisogni dei clienti grazie all’analisi predittiva.
- Personalizzare le esperienze con soluzioni automatizzate ma empatiche.
- Supportare le decisioni con dati reali, riducendo l’improvvisazione.
In questo senso, il marketing ritorna davvero al mercato. Ma lo fa con strumenti nuovi, più potenti, più veloci. Senza dimenticare che alla base di tutto c’è sempre lo stesso obiettivo: vendere.
Vendere non è una brutta parola
Nel tempo, “vendere” è diventata una parola scomoda. Si preferisce parlare di “esperienze”, “connessioni”, “engagement”. Tutto giusto, certo. Ma senza vendite, non si costruisce nulla. I like non pagano le bollette, come ricorda un noto cartello negli uffici di Meta.
Vendere non significa manipolare. Significa rispondere a un bisogno. Significa creare valore per entrambe le parti. È un atto profondamente umano e, quando ben fatto, eticamente ineccepibile.
Lo dimostra Mario, l’artigiano che non pressa il cliente ma lo ascolta, lo consiglia, gli racconta una storia. E lo dimostra anche il commesso che aiuta un cliente indeciso a scegliere lo smartphone giusto, non quello più costoso.
Il marketing come cultura aziendale
Quando in CuDriEc diciamo che “ogni cosa che fai per vendere è marketing”, affermiamo implicitamente che ogni cosa che un’azienda fa è marketing. La reception, il customer care, l’ufficio tecnico, la logistica. Tutto concorre a costruire (o distruggere) la percezione del brand.
Adottare il marketing come cultura significa:
- Formare ogni persona, non solo il reparto marketing.
- Curare ogni dettaglio dell’esperienza del cliente.
- Integrare coerenza, ascolto e velocità di risposta.
E oggi, grazie alle nuove tecnologie, è possibile farlo anche con risorse limitate, in modo scalabile, e soprattutto misurabile.
Ritorno al mercato, con gli strumenti del futuro
Forse la lezione più importante del libro “Marketing 0.0” è questa: tornare alle origini non significa rifiutare il cambiamento, ma capire cosa vale la pena tenere e cosa no. Il banco di Cesare e il CRM di una multinazionale hanno lo stesso scopo: creare una connessione che porti valore, per chi compra e per chi vende.
La sfida di oggi è costruire ponti tra l’intuito e l’analisi, tra la tradizione e l’innovazione, tra il mercato rionale e il metaverso.
E per farlo, serve un approccio concreto, misurabile, orientato al risultato. Serve chi sappia ascoltare i bisogni delle imprese, analizzarli con gli strumenti dell’AI e restituire soluzioni semplici, efficaci, reali.
Serve qualcuno che sappia fare marketing, non solo parlarne.
Hai bisogno di riportare il tuo marketing alla sua essenza, integrando strategie digitali e nuove tecnologie in modo semplice e concreto? CuDriEc è il partner giusto per accompagnarti in questo percorso. Contattaci: la prima mossa per vendere di più è scegliere il giusto alleato!