Expertelling: raccontare esperienze per creare valore (oltre lo storytelling)

Expertelling oltre lo storytelling

Negli ultimi anni lo storytelling è diventato uno dei mantra più ripetuti nel mondo del marketing e della comunicazione. Raccontare storie, coinvolgere, affabulare: sembra essere questa la chiave per catturare l’attenzione delle persone.

Ma è davvero così?

Oggi lo scenario sta cambiando velocemente. L’avvento dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di generazione automatica di contenuti (NLG – Natural Language Generation) ci pone di fronte a una nuova realtà: le storie possono essere scritte da algoritmi. E lo fanno già — in modo efficace — in tantissimi ambiti: finanza, sport, cronaca.

Questo significa che lo storytelling è destinato a perdere efficacia? Non necessariamente. Ma significa che occorre evolversi.

Dallo storytelling all’expertelling: il valore dell’esperienza vissuta

C’è qualcosa che nessuna intelligenza artificiale potrà mai replicare: le esperienze reali, vissute in prima persona, con le emozioni, i dettagli, i giudizi e le sensazioni uniche di chi le ha realmente provate.

Qui nasce un nuovo concetto di comunicazione: l’expertelling.
Non più semplice narrazione di storie, ma racconto di esperienze autentiche.
Esperienze personali, uniche, irripetibili.

Chi scrive per il web oggi deve fare un passo oltre lo storytelling classico. Deve raccontare ciò che ha vissuto, ciò che conosce davvero, ciò che ha sperimentato in prima persona.

È questo che rende un contenuto credibile, interessante, umano.

I nuovi contenuti: personalizzati, su misura, interattivi

In un mondo digitale dove tutto è veloce, preconfezionato e replicabile, i contenuti vincenti saranno sempre più sartoriali.

Non basta più scrivere “la ricetta del tiramisù”.
Il lettore vuole sapere come lo prepari TU, con i tuoi trucchi, i tuoi segreti, le tue emozioni legate a quella ricetta.

Inoltre, le persone vogliono essere parte attiva del contenuto: chiedere approfondimenti, interagire, personalizzare l’esperienza di lettura.

Questo è il futuro del content marketing: contenuti personalizzati, esperienziali, costruiti su misura per il lettore.

Native Advertising: la pubblicità che non disturba (anzi, aiuta)

Un’altra evoluzione importante riguarda la pubblicità online.

Gli utenti — soprattutto i nativi digitali — sono abituati a ignorare i banner pubblicitari. Scansionano velocemente le pagine web e si soffermano solo su ciò che ritengono davvero rilevante.

Come si cattura allora la loro attenzione?
Con contenuti utili, ben contestualizzati, integrati all’interno delle loro ricerche e dei loro interessi.

È qui che entra in gioco il native advertising: una forma di pubblicità “invisibile” ma efficace, perché non interrompe l’esperienza di lettura, anzi la arricchisce.

Un esempio classico?
Un articolo intitolato “I migliori mutui a tasso fisso per le giovani coppie”. Dopo un’analisi generale, l’articolo propone soluzioni specifiche offerte da diverse banche. Alcuni di questi link sono sponsorizzati (ben evidenziati).

Il lettore non si sente ingannato, anzi: ha cercato quell’informazione, l’ha trovata e può decidere liberamente se approfondire o meno.

In sintesi: cosa deve fare chi comunica online oggi?

  1. Raccontare esperienze autentiche (Expertelling).
  2. Creare contenuti personalizzati, su misura per il lettore.
  3. Integrare pubblicità in modo intelligente e non invasivo (Native Advertising).
  4. Mettere al centro i bisogni reali delle persone.

Perché il futuro della comunicazione digitale non sarà fatto solo di storie.
Sarà fatto di esperienze vere, vissute e condivise. E in un mondo di algoritmi sempre più sofisticati, ciò che farà la differenza sarà proprio ciò che nessuna macchina potrà mai imitare: la nostra umanità.

Se vuoi sapere di più sull’Expertelling e l’arte di raccontare storie vere ed esperienze vissute, contattaci: info@cudriec.com.